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Per tutti i torrenti
della Val d'Orba
riferirsi a quella voce |
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| ...trascorrono i fine settimana così : un paio di
gambali, pala, setaccio posato su un secchio, canaletta
e batea, un contenitore per
mettervi il ricavato del lavoro,un paio di panini per il pranzo e
poc'altro. In questo hobby, per i più incalliti la compagnia é
solamente un optional, mentre
io ad esempio da solo non mi sono quasi mai divertito. Poi ci sono tutte
le curiosissime e ingegnose personalizzazioni degli attrezzi, ma questo
viene descritto in "
mille piatti e canalette". Ne ho conosciuti molti di cercatori d' Oro: poche frasi, qualche
allusione al "lavoro in corso", una moderata e comprensibile
diffidenza iniziale da parte di entrambi, poi ci si siede su un sasso a
fumare una sigaretta guardando l'acqua che scorre fluida sulla canaletta
e si diventa già più amici. Questi cercatori hanno alle spalle una
tradizione tramandata spesso di padre in figlio con una passione che ha delle radici inattaccabili
all'evolversi del tempo. Loro
sono sempre lì, con gli stessi attrezzi e malizie
che custodiscono gelosamente e non si lasciano certo deprimere da una
possibile giornata sfortunata. Ecco, secondo me, spetterebbe per così dire
a questi lo scettro del cercatore d'oro, anche perché in un certo senso
se detti individui non avessero perseverato nella loro tradizione non ci
sarebbero adesso le persone che mantengono viva questa attività,
pur facendolo oramai per gioco e quasi sempre in compagnia di un buon amico con cui poi
magari andare a concludere la giornata in qualche trattoria di fuori
porta. |
| A lato di questa pagina ci sono i tasti per
accedere alla descrizione di diversi fiumi italiani: ho cercato di essere sufficientemente chiaro ed esauriente,
pur talvolta descrivendo posti che in prima persona non ho neanche
conosciuto. Sarei grato agli utenti stessi del sito se potessero
eventualmente segnalarmi inesattezze del mio operato e inviare altro
materiale per poter arricchire queste pagine.
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Come mai c'è
| L'Oro é disseminato nelle rocce di molte regioni italiane: si hanno
avute segnalazioni della sua presenza in Liguria, Triveneto, Emilia,
Toscana, Calabria, Lazio, Sicilia e Sardegna. La principale zona
aurifera esistente in Italia é però quella delle Alpi Occidentali, dal
Gruppo del Monte Rosa fino all'Appennino Ligure, il tutto denominato
Gruppo di Voltri. Si tratta di giacimenti sia ad oro associato ai
solfuri metallici (ed é la maggior parte) sia ad oro nativo
"libero" e cioè ben visibile nel quarzo. Questi sono i Giacimenti
Primari (def.)
e la loro esistenza in Piemonte e Valle d'Aosta costituisce la motivazione originaria della
presenza dell'oro nei letti di moltissimi fiumi e torrenti che solcano la
regione, cioè dei Giacimenti
Secondari (def.).
Circa 500.000 anni fa si ebbero quattro
periodi di glaciazioni che coprirono di ghiaccio tutta la Pianura Padana:
i ghiacciai, muovendosi come sempre da monte verso valle, triturarono
immense quantità di rocce tra cui quelle dei giacimenti auriferi,
laminando, nel loro lento strisciare, le particelle d'Oro staccate dalla
roccia madre (se ti interessa approfondire un pochino il concetto appena
descritto vedi
il processo post-glaciale della Val d'Aosta). Quando i periodi glaciali sono terminati, ritirandosi
hanno lasciato la piana piemontese ricoperta dei detriti trascinati con
sé formando le ben note colline moreniche ed anche il cosiddetto
"materasso alluvionale". Laddove il materasso viene intaccato
dai fiumi e dai torrenti, specialmente durante i periodi di piena, si ha
una concentrazione del materiale aurifero in determinati punti del corso
d'acqua perché le sponde di detti fiumi, sotto l'azione della corrente
vengono erose, tutto il materiale viene trasportato verso valle per poi
essere ridepositato, secondo pesi specifici decrescenti, nei momenti di
perdita di potenza e velocità dell'acqua che può esser determinata ad
esempio da un allargamento dell'alveo o da una curva : é in questo modo
che si formano le cosiddette "punte", cioè zone con una
particolare concentrazione di Oro e materiali comunque pesanti. Nella
foto, alcune scagliette, talvolta anche piuttosto spesse, del fiume Adda.
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