Sito di Zappetta Gialla sull'Oro.

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Mineralizzazione e note

 

 

pubblicazione di Miniere d'Oro(2003) web.tiscali.it/minieredoro(2004) www.minieredoro(2006 / 2023)

 

 

Ovadese, Val Gorzente, i filoni dei Laghi di Lavagnina e loro mineralizzazione.

 

PREMESSA. Venendo ai giorni nostri, di altra impostazione sono invece le importanti ricerche eseguite dal geologo Pipino per conto della Teknogeo di Busto Arsizio: si é trattato in questo caso di studi e sondaggi sul posto (ovadese, ma anche val Gorzente) orientati ad individuare non isolati punti di arricchimento, bensì ampie fasce filoniane meritevoli finalmente di essere sfruttate nella loro interezza. I risultati di queste indagini mineralogiche effettuate anche con l'ausilio di piccoli impianti pilota collocati in loco per ben verificare all'atto pratico l'attendibilità del contesto, portarono ad una panoramica chiara da cui emerse l'effettiva esistenza di estese masse mineralizzate che sarebbero economicamente utili alla coltivazione; anche in questo caso però, le solite interferenze e lungaggini burocratiche scoraggiarono la società interessata (Teknogeo), la quale rinunciò infatti al contesto.

 

Localizzazione miniere d'oro ovadesi e della Val Gorzente

 

 

MINERALIZZAZIONE DEI FILONI. I giacimenti auriferi della val Gorzente sono disposti su di una superficie ampia circa 3 Km x 4 Km che si estende dai laghi di Lavagnina sino alla località Tendevere. Manifestazioni filoniane discontinue e minori affiorano anche a Sud dell'area suddetta, come ad es. presso Giasetto, Le Rocche e Capanne di Marcarolo, località nelle quali vennero anche fatte alcune modeste ricerche minerarie al merito.

Si tratta sempre di filoni di limitato spessore, al massimo una ventina di cm, ma si svluppano in lunghezza per centinaia di metri assumendo una struttura subverticale,con direzione all'incirca Nord-Sud. Essi sono costituiti da un reticolato di vene quarzoso - carbonatiche la cui mineralizzazione é data (oltre che dai suddetti quarzo e carbonati prevalenti), da calcedonio, pirite, marcasite, calcopirite, pirrotina, blenda, galena, tetraedrite e oro. La roccia di contatto della ganga è il serpentino e spesso detti filoni sono a loro volta intercalati, attraversati linearmente, da venette granatifere (rodingite). Per quanto riguarda l'oro, questo può presentarsi in piccole pagliuzze sia sul (nel) quarzo sia nella limonite derivata dall'alterazione dei solfuri di cui sopra, oppure associato a calcopirite e la sua distribuzione è irregolare, imprevedibile, nel senso che risulta assente per lunghi tratti dei filoni, concentrandosi però in determinate zone e presentandosi lì numeroso e con dimensioni ben visibili ad occhio nudo: tale comportamento fa sì che in quei punti "preferenziali" possano risultarvi tenori altissimi. L'aspetto dei singoli campioni solitamente è costituito da pagliuzze o plaghette millimetriche, ma è dimostrato che in alcuni casi queste ultime si mostrarono con misure ad es. d'un paio di cm.

 

ALTRI SCAMPOLI INFORMATIVI SU QUEST'AREA: 

Valloria: il deposito di Valloria, costituito da limitate vene quarzose  comprese nel serpentino affiora in comune di Belforte e raramente vi si riscontrano apprezzabili tracce d'Oro, per quanto questo sia distribuito piuttosto sugli affioramenti limonitici riconoscibili dal classico color rosso mattone determinato dall'alterazione dei solfuri.

 

Ramotorto: Nel 1824, Sebastiano Stella dichiarò di aver scoperto "indizi manifesti" di Oro nativo presso la confluenza dei torrenti Gargassa e Gargassino.

 

Monte Calvo: ...nel 1844 scavarono, ai piedi del Monte Calvo, due pozzi e due gallerie (parzialmente ancora visibili a tutt'oggi) e trovarono minuti granellini d'oro disseminati nella breccia serpentinitica. Ps. Ricerche meno datate hanno evidenziato in detta zona ed in determinate condizioni geologiche elevati ed anomali contenuti in Oro.

 

Gargassino: più a Valle del Monte Calvo (vedi sopra), nell'incisione torrentizia che scende nel Gargassino tra il 5° ed il 6° chilometro della strada provinciale si nota la presenza di sottili vene quarzose e carbonatiche con tracce di antichi scavi.

 

Crovera, in comune di Ponzone: in questa località posta sulla destra del Rio Tre Alberghi é ancora visibile l'imbocco di una galleria conosciuta dai locali come "Tana della volpe". Ricerche recenti hanno evidenziato la presenza di sporadiche tracce d'oro in alcune delle vene più ricche di solfuri.

 

Bric dell'Oro: nel 1825 un certo Nicolò Marengo asseriva di aver scoperto alcune miniere d'oro nei monti tra Masone e Casaleggio. Seguirono da ciò permessi di ricerca e relativi scavi nelle località Pian delle Mele e Bosco Prà.

 
Vedi inizio di queste ricerche nel tempo.

 

In Via Lung'Orba n°1 di Predosa (AL) c'é un piccolo museo (Museo Storico dell'Oro Italiano) contenente anche diverso materiale sull'argomento qui trattato: per approfondire l'argomento puoi visitare il Sito che, tra le altre cose, descrive sia il museo in questione, sia il catalogo dei numerosi documenti lì disponibili ecc.

 

 

Per informazioni di ogni genere su Ovada (eventi, vita sociale, turismo ecc.) puoi visitare ad esempio il sito http://www.ovada.it/ .

 

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