Il Travers Bancs Bechaz,
che è il
sotterraneo più sviluppato di questo giacimento ed è conosciuto
dagli abitanti locali anche come "Galleria della croce", fu
realizzato per raggiungere e poi sfruttare un paio di filoni quarziferi
contenenti solfuri auriferi, cioè oro all'interno di Pirite e
arsenopirite.
La sua entrata é posizionata al
termine del sentiero pianeggiante che proviene
dai pressi del villaggio di Arbaz
ed
é caratterizzata da un portone di ferro (aperto) : cliccando sulla
miniatura qui a lato si potrà vederne una foto aggiornata. Entrando, si può
procedere tranquillamente fino alla grossa biforcazione, punto d' incontro
del filone e dalla quale deriva la sua denominazione "locale".
Anche oltre il bivio si può proseguire lungo il
Travers bancs senza
rischi di sorta, mentre se si desiderano visitare i due bracci della biforcazione bisogna
porre attenzione ai due rispettivi pozzi in loco (sono profondi una
trentina di metri e quello di sinistra a metà della sua altezza contiene
una galleria lunga 20 m. circa. e a eventuali cadute di sassi
provenienti dallo sbancamento sovrastante. In questo punto del
sotterraneo, avendo gli inglesi incontrato il filone di
quarzo n°3 (verticale), lo
saggiarono ed esportarono orizzontalmente (da lì le due diramazioni) e
verticalmente (enorme sbancamento sulla volta e pozzi sul pavimento).
Cliccando sulla miniatura qui presente si accede alla mappa
ingrandita dello sbancamento e relativa scheda. Questo posto é insomma "da manuale", nel senso che rende
benissimo l'idea della struttura del giacimento di Bechaz e della metodica
di sfruttamento dei suoi filoni verticali. All' uscita, ai
piedi della discarica partiva la teleferica
che trasportava il materiale al villaggio "Torrettaz". Sempre ai piedi della discarica, dietro
l'edificio ora ristrutturato
c'é l'entrata (un pò più scomoda) del Trav. Banc
n°1.
Una
curiosità: con ogni probabilità l'inizio dello scavo di questo
sotterraneo ha origini ben più remote del periodo qui descritto (vedi al
proposito la scheda Dopo Robilant).