Nella foto, un campione trovato al liv.2 di Ciamousira,
collez. zappetta gialla
In Italia lo si trova in pochissime
miniere. Si intende per "nativo" quell' Oro distribuito nei
filoni di quarzo e quasi sempre ben visibile ad occhio nudo. Questo tipo
di mineralizzazione interessa particolarmente i cercatori
"amatoriali" perché si ha in questa occasione la
possibilità di trovare delle cose significativamente estetiche e
gratificanti. Per farla breve, ci si potrebbe cimentare anche con la
pirite aurifera ma certo non si avrebbe la possibilità di estrarre
dalla roccia quanto sopra. L'oro nativo può essere grosso,
piccolissimo, dendritico, associato
ad altri minerali, cristallizzato, lamellare etc. ed
anche il suo colore può variare un pochino. A proposito del tipo "lamellare",
se non vado errato, in questo Sito viene segnalato solamente in due località
italiane e cioé in Val
del Goglio (Lombardia) e a Bochey (Val
d'Aosta). Anche la vicina Svizzera ha però
la sua da dire in merito.
Si tratta quasi sempre di "Pirite aurifera":
quest'ultima, dopo il dovuto trattamento mette a portata di mano l'oro
che contiene (perlopiù in polvere). Le miniere interessate a questo
tipo di giacitura contengono spesso
delle zone di arricchimento (tratti in cui il minerale cercato è più
presente), le quali, nel caso di filoni verticali, sono dette "a colonna"
perché diffuse
verticalmente nell' ambito della montagna : al tempo stesso anche la
pirite aurifera, sempre
a seconda delle zone, può contenere più Oro o
meno rispetto ad un altro posto anche poco distante. A livello
amatoriale e conoscendo quali siano i suddetti posti, ci si può recare in
loco, cercare chiazze di pirite alterata e "marcita" dal tempo
e raccogliere quindi il terriccio in corrispondenza sul pavimento per
poi lavarlo fuori ( o addirittura dentro se si dispone di acqua ) in un
posto a scelta: se ne otterrà probabilmente una modesta
campionatura: la fialetta della foto contiene oro
ricavato proprio in questo modo. Per questo tipo di ricerca, inoltre, i cosiddetti
"Brucioni" sono dei
luoghi particolarmente indicati alla scopo e consentono di restare all'aperto.
Il tutto proviene dalla remota epoca delle glaciazioni
e c'e nel Sito una scheda specifica che
descrive per benino la faccenda. A grandi
linee penso si possa dire che i ghiacciai che ricoprivano le nostre
vallate montane, spaccandosi e rotolando piano piano all' alzarsi
generale della temperatura, si portarono appresso tutto quanto trovarono
sul cammino, oro compreso il quale si "spiaccicò" durante il
travagliato percorso in mezzo al ghiaccio. Non
fu l'acqua a deformarlo e pressarlo : semmai questa, spostandolo ulteriormente ed in
un periodo susseguente, lo ripulì da altri agenti, lo assottigliò
ulteriormente e lo lucidò fino a
renderlo più giallo, come ben si
può vedere quando lo si raccoglie
ora sul Ticino, Elvo
etc..
Da ciò si potrebbe dedurre (interessante osservazione di un mio amico)
che quando lo si trova ancora "brunito" e non
perfettamente levigato, proviene sì certamente da smottamenti glaciali
ma non ha ancora subito il travaglio dell'acqua per cui arriva da
terreni assai vicini, nel senso che poco o nullo é stato il percorso da
lui fatto nel torrente.
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