Pagine della Tesi sull'oro della Val d'Ayas, qui
tradotte in Italiano: tramite il cerchio giallo, se vuoi puoi anche
vederla nella sua lingua originale (francese).
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Federica
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Questo settore comprende quattro
filoni: Fenilliaz,
Speranza, Innominati e Gaebianche. Si trovano tutti in matrici di gneiss
paleozoici e si definisce tipo “Fenilliaz” il quarzo ad oro nativo.
Le loro dimensioni e la loro ricchezza sono le più importanti dell
intero distretto (fig. 30 e 36 DA INSERIRE). |
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Filone Fenilliaz (Au) |
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Foglio Gressoney X= 402,5 - Y= 5062, 7 a 5067,8 |
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Accesso:
Nonostante la sua posizione in cima alla parete, il suo accesso
è agevolmente raggiungibile attraverso il sentiero che da La Croix si
dirige verso SW.
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Lavori:
Questo filone è stato in gran parte esplorato attraverso sette
livelli
di gallerie comunicanti tra loro per mezzo di numerosi pozzi e
discenderie. Le gallerie sono state numerate man mano che i lavori
procedevano e si sviluppano per una lunghezza totale di 2500 m (fig.
35). Il minerale estratto veniva trasportato attraverso le discenderie
fino al livello più basso (n°7) e da qui veniva portato all’esterno
per mezzo di vagoncini. Poco più sotto vi era una teleferica, oggi
scomparsa, che trasportava il tutto a valle. Ai nostri giorni questa
miniera è ancora in buono stato e la sua visita non è pericolosa.
Nonostante le entrate delle gallerie 2 e 6 siano franate e l’accesso
esterno delle gallerie 4 e 5 sia pericolante, all’interno della
miniera si può passare da un livello all’atro per mezzo delle
discenderie che non presentano grandi pendenze (in media 45°).
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Geometria:
Il filone ha una direzione compresa tra N60 e N90, pendenza tra 40° e
60°, la sua direzione media di sviluppo è N65, 45NW (fig. 24). La sua
estensione orizzontale è di 400 m mentre il suo dislivello è di 300 m.
La sua potenza varia da 0,3 a 1,5 m, con una media di 0,8m. Si trova
incassato gneiss minuti di diverso tipo:
anfiboliti, gneiss occhiadini,
gneiss anfibolitici, ecc. Termina qualche metro dopo aver superato il
punto di contatto di queste rocce con i marmi triassici. Sotto l’entrata
n°1, esso si divide in tre filoni paralleli che si congiungono prima
della galleria numero 2. Questo fenomeno di sdoppiamento lo si rincontra
nel fondo della galleria numero 2. Le gallerie tagliano di frequente dei
blocchi tettonici di marmi triassici intercalati negli gneiss; da ciò
si può supporre che i marmi che compaiono nella parte mediana delle
gallerie 1,4,5 e 6 e all’inizio della 7 appartengono allo stesso
blocco che ha la forma di una colonna di 100 m di altezza con uno
spessore di 20 metri, pendenza di 50° E (fig. 33). Queste lenti sono
delimitate dalle faglie N120 e N160 che discendono il filone con un’inclinazione
obliqua dell’ordine di 10 m (livello 4) che presenta delle intrusioni
apparentemente non legate alle serpentini. Le due faglie hanno una
doppia importanza: in primo luogo per la presenza di lenti triassiche
all’interno dei gneiss e poi per il loro andamento rispetto al filone
in quanto lo discendono seguendo un movimento verso destra. Le
osservazioni sulle relazioni tra le differenti direzioni delle fratture
del settore Fenilliaz sono state in parte confermate da J. Pocachard
(1980) attraverso la proiezione magnetometri della parte sommitale della
parete di Fenilliaz . Egli mette in evidenza tre anomalie magnetiche: N70
in prolungamento del filone, N125 che raggiunge la N70 e N180 che si
pensa dovuta alla presenza di lenti di serpentini alla profondità di 15
m che provocano l’interruzione della frattura N70.
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ESTENSIONE:
I limiti di questa frattura mineralizzata sono noti: il filone affiora
in superficie sulla parete così come sulla sommità dove si interrompe
al contatto con gli gneiss triassici e si assottiglia verso il fondo
delle gallerie fino a ritrovare lo stesso contatto. Più a valle, a 1525
m di altezza, un piccolo traversobanco incontra il filone nella parte N
della parete. Qui il filone, meno in pendenza rispetto alla pendenza
tettonica, si interrompe bruscamente in un valloncello laterale dopo
aver incontrato la Faglia della Ranzola. Di conseguenza si può supporre
che durante la fase di spostamento verso l’alto degli gneiss formanti
la cupola di Arcesaz, il filone Fenilliaz era già formato e veniva
quindi spostato, sezionato.
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Mineralizzazione:
La ganga è rappresentata soprattutto da quarzo bianco massiccio (con
qualche drusa tappezzata da bei cristalli che raggiungono i 10 cm di
lunghezza) incrostati da ossidi di ferro. Questi cristalli mostrano dei
fenomeni di rigenerazione e incrementi incompleti (Colomba 1907).
Siccome il filone si trova incassato nei marmi, il quarzo si trova
mischiato a della calcite; gli altri composti minerari sono l’ankerite
e l’argilla. Nella parte alta, gli gneiss della roccia madre
comprendono sericiti, quarziti, piriti di qualche cm di spessore; questa
alterazione qui sembra meno evidente rispetto a quando il filone è
incassato in ofioliti. L’oro è di tipo nativo, in macchiettature o in
aggregati dendritici sul quarzo. L’oro è cristallizzato in ottaedri
millimetrici sull’estremità degli aggregati detritici (Colomba 1907).
Dopo l’estrazione del quarzo, le pagliuzze misurano tra 0,2 e 2 cm. I
solfuri sono presenti ma non molto abbondanti: si tratta soprattutto di
pirite cubica racchiusa in uno spazio di pochi decimetri. Essa è più
abbondante nella parte superiore del filone, a partire dal livello 4
fino al pozzo superiore (1716 m). i cubi di pirite sono quasi sempre
fortemente ossidati. Gli altri solfuri (galena, marmi grigi,
calcopirite) sono molto rari e si trovano nella parte alta del filone
con la pirite massiccia e i loro ossidi (malachite e azzurrite). Le
maggiori coltivazioni aurifere sono riportate nella fig. 33 grazie ai
progetti dell’ Evancon Gold Mining Company (1906) e di Hot (1910).
Entrambi gli studi dimostrano una ripartizione di oro abbastanza
omogenea, ma si denota anche una notevole concentrazione verso il fondo
delle gallerie, qualche metro prima dell’interruzione della frattura
dovuta a rocce meno ricche. Questo fatto è facilmente spiegabile da un
semplice fenomeno di deposito di materiale nelle zone ad estensione di
questa frattura. Questa concentrazione di oro nel fondo delle gallerie
permette di spiegare il motivo per cui questo ricco filone è stato
scoperto tardi, verso il 1890, quando il resto dei filoni dell’intero
distretto erano conosciuti ormai dall’inizio del XVIII secolo.
Nonostante ciò, riportiamo ugualmente l’affermazione di Bitossi per
quanto riguarda la posizione dell’oro: l’oro nativo si trova per lo
più nelle piccole fratture oblique rispetto all’andamento del filone
stesso.
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Prospettive:
Il tenore medio di coltivazione dell’oro di Fenilliaz era di 14 g/t. Il
filone è stato interamente sfruttato e le sue estremità sono note.
Tuttavia restano alcune zone nella parte inferiore del filone stesso ad
un altitudine compresa tra 1525 m e 1620 m. il loro volume può così
essere calcolato: galleria 4 2400 metri cubi; galleria 5 1080 metri
cubi; galleria 6 5760 metri cubi; galleria 7 5520 metri cubi. Per un
totale di 14760 metri cubi equivalenti a 40000 t. E’ difficile stimare
il tenore di oro di queste zone, ma pensiamo che esso è più basso di
quello noto per il resto del filone: potrebbe essere compreso tra 5 e 10
g/t che corrisponde a 200 o 400 kg d’oro potenzialmente estraibile. D’altra
parte per quanto riguarda la prosecuzione del filone a N della faglia
della Ranzola, non abbiamo idea di quanto può essere lo spessore degli
scisti che ricoprono il filone. E’ probabile che la faglia abbia una
struttura verticale e decrescente.
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Puoi
vedere questo stesso argomento descritto invece dall'autore del sito. |
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Filone
Speranza (Au)
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Foglio Gressoney 1:25 000 X=
402,5 Y= 5067,5 Z= 1620 m a
1720 m |
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Accesso:
E’ lo stesso del filone fenilliaz, in quanto si tratta di due filoni
tra loro paralleli e distanti 100 m. Inoltre sono dello stesso tipo, ad
eccezione dello spessore e del tenore dell’oro. |
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Lavori:
Questo filone è stato parzialmente esplorato tra il 1906 e il
1950 attraverso 4 gallerie di esplorazione (livelli 1623, 1648, 1665 e
1675 m),, un traversobanco di 85 m di lunghezza che lo collega al filone
Fenilliaz e delle discenderie che mettono in comunicazione tra di loro i
diversi livelli (fig. 35). Le gallerie hanno una lunghezza complessiva
di 560 m (fig. 34). Questa miniera è ancora in buono stato, nonostante
il livello 1665m non sia più accessibile in quanto colmo di detriti,
così come l’estremità del livello 1648m. |
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Geometria,
estensione: La
direzione del filone varia tra N70 e N110 (mediamente N75) e la sua
pendenza è di 45°NW (fig. 31 e 24). Presenta una lunghezza inferiore a
130m e un dislivello inferiore a 80m; il suo spessore varia tra 0,05 e
1m la media è 0,3m. Come nel caso del filone Fenilliaz, le faglie N120 e
N160 delimitano delle zone triassiche e discendono il filone seguendo un
movimento verso destra(fig. 33). L’estensione di questo filone non è
conosciuta: sul fondo delle quattro gallerie di sfruttamento e sotto il
livello più basso, esso si prolunga parallelamente al filone Fenilliaz
senza raggiungerlo. Se si prolunga verso S il contatto gneiss-marmi
della fig. 35, la frattura potrebbe prolungarsi di 80 m. |
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Mineralizzazione:
È dello stesso tipo di quella del filone Fenilliaz: quarzo, oro
nativo, solfuri poco presenti e rappresentati più che altro da pirite.
Si ritrova, nella parte più antica, lo stesso fenomeno di
concentrazione d’oro lontano dall’entrata delle gallerie (fig. 34). |
Prospettive:
Il tenore di sfruttamento dell’oro estratto di 5 g/t si trova in
accordo con i valori della società Rivetti. Queste cifre ci sembrano un
po’ basse se le compariamo con il filone Fenilliaz che è dello stesso
tipo. L’esistenza di un prolungamento nella parte bassa e nel senso
della lunghezza giustificano una potenziale presenza di oro nel filone
Speranza, ma per contro, lo spessore e soprattutto il tenore sono
insufficienti per poter giustificare costosi lavori di assaggio. |
Puoi
vedere questo stesso argomento descritto invece dall'autore del Sito. |
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Filoni
Innominati (Au) |
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Foglio Gressoney: X= 402,5 Y= 5067,3
Z= 1580m a 1720m |
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Accesso:
Proseguendo il sentiero che porta a Fenilliaz si arriva in cima
alla parete; bisogna spingersi in direzione S, seguendo la cresta
finchè si incontra il secondo valloncello tendente ad E-W. Accesso
piuttosto difficoltoso per l’asprezza del terreno. |
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Lavori:
Sono costituiti da una sola piccola galleria di 10 metri di
profondità situata a 1600m di altitudine. |
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Geometria:
Tre filoni, di cui uno sterile, affiorano sul fondo del vallone
su alcuni anfiboliti a grana molto fine. I filoni mineralizzati hanno
una direzione N80 e una pendenza compresa tra 40° e 60° NW. Le loro
dimensioni non sono completamente misurabili in quanto la parte bassa è
irraggiungibile trovandosi in parete; sicuramente hanno una lunghezza
inferiore ai 20m e un dislivello di 50m-, il loro spessore è compreso
tra 0,5 e 1m. Il filone
sterile è trasversale rispetto agli altri e ha una direzione N175- 70°W.
È ricoperto e disceso dai filoni mineralizzati. |
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Mineralizzazione:
La ganga dei filoni mineralizzati è soprattutto formata da
quarzo bianco e un po’ di ankerite. Il quarzo del filone sterile non
ha lo stesso aspetto: colore grigiastro, splendore lucido, aspetto
vitreo. La mineralizzazione consiste in pirite e calcopirite molto
abbondanti nella piccola galleria, mischiate a del quarzo e
incassate in anfiboliti. Hotz (1910) segnala di non aver trovato oro
nativo in questo filone. |
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Prospettive:
Sarebbe utile sapere se questi filoni sono o meno auriferi; proponiamo
quindi una campionatura sistematica delle zone mineralizzate. Alla luce
dei risultati, il proseguimento della galleria potrebbe essere preso in
considerazione. |
Puoi
vedere questo stesso argomento descritto invece dall'autore del Sito |
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Filone
Gaebianche (Au) |
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Foglio Gressoney X= 402,1 Y= 5067,5
Z= 1230 |
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Gran parte del filone è inaccessibile a causa della
posizione a metà parete. |
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Accesso:
Diversi sentieri portano al filone (fig. 36) ma sono estremamente
pericolosi (forte pendenza). Il sentiero che parte da Graines in
direzione NW conduce alla parte superiore e alla galleria. Quello che
parte dal tornante sulla strada per Graines a quota 1329m porta alla
zona mediana del filone. |
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Lavori:
Sebbene sia il maggior filone del distretto, non è stato
esplorato: una galleria di 65m è posta a 1505m d’altitudine, un pozzo
profondo 20m (1550m di altitudine) e qualche assaggio nella parte
inferiore (fig. 37) |
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Geometria:
La sua direzione varia tra N90 e N120 e la sua pendenza è di
40°N o NE. Direzione e pendenza media sono N105, 40°N (fig.24). In
superficie misura meno di 80 m di lunghezza e 1500m di dislivello. Lo
spessore varia da 0,5 a 2,5m con una media di 1,2m. Alla base è
incassato in ortogneiss occhiadini ed è costituito da una mistura di
quarzo e gneiss di 2 m di spessore. Risale la parete, ricopre il
contatto dei due diversi tipi di gneiss paleozoici e si divide poi in
due parti (1450 m): qui presenta anche delle intrusioni di gneiss minuti
alterati con patine rossicce su quarzo massiccio. Nella parte superiore,
ciascuna delle due parti si suddivide ulteriormente in due, formando
quattro ramificazioni che si interrompono al contatto tra i gneiss e le
serpentiniti (fig. 36 carta 1:5000). La ganga quarzosa della
ramificazione più alta è sostituita da un misto di quarzo e fucsite
ricoperti da una patina rossiccia. La ramificazione più bassa, quella
dove si apre la galleria, prosegue fino alla sommità della parete senza
diminuire di spessore, ma il suo prolungamento è nascosto dalla
copertura quaternaria. |
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Mineralizzazione:
La ganga è costituita essenzialmente da quarzo massiccio bianco.
Frequenti sono le intrusioni di anfiboliti alterati. Nella parte
superiore, sopra l’entrata della galleria, il quarzo è molto
fratturato e fortemente colorato di rosso a causa degli ossidi di ferro.
L’oro non è stato trovato ma, secondo Stella, la società inglese ne
ha trovato 2 g/t nel minerale proveniente dalla galleria. La pirite è
presente sotto forma di cubi disseminati nel quarzo ma non in gran
quantità, così come la malachite e l’azzurrite. In superficie questo
filone è quindi poco mineralizzato. |
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Prospettive:
I soli dati disponibili circa il tenore dell’oro, secondo la
società inglese, è 2 g/t. Questo valore si accorda con quelli dei
filoni della stessa direzione (N100) (fig. 24). Visto il tonnellaggio
del minerale disponibile e le rassomiglianze con il tipo Fenilliaz,
pensiamo che sarebbe utile proseguire la galleria esistente per 50-80 m.
In effetti, nei filoni ricchi di tipo Fenilliaz, è stata riscontrata una
concentrazione d’oro in profondità (100m). |
Puoi
vedere l' argomento Gaebianche descritto invece dall'autore del Sito. |
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Col de Joux (Au) |
Foglio Gressoney X= 400,6 Y= 5067,6 Z= 1530m |
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Accesso:
Attraverso la strada che da Brusson porta al Col de Joux, un
sentiero conduce in direzione Sud; i filoni si trovano sopra ad un
ghiaione e proseguono restando abbastanza in quota. (fig. 41)
Lavori:
I filoni sono stati solamente raschiati nel punto in cui la
mineralizzazione è maggiore. Sono state scavate due gallerie a 1540 m e
1690m.
Geometria:
Il filone si suddivide in quattro ramificazioni a quota 1650.
Queste ramificazioni sono seguibili fino ad una quota di 1780m poi
diventano inaccessibili. La loro direzione è N10 e la pendenza è 75W.
Il loro sviluppo totale è di più di 10 m in lunghezza con un
dislivello di 250 m, la loro potenza varia tra 0,2 e 1,2 m con una media
di 0,6m. Si trovano incassate in ortogneiss occhiadini. Nei pressi della
galleria inferiore gli gneiss occhiadini presentano un’intrusione di
quarzo. |
Puoi vedere l'argomento Col de Joux, ma descritto dall'autore del
Sito. |
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P.S.
Le figure citate che non sono presenti è
perché devo ancora inserirle. |
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