Crete de Naie (o Crot du Naie, o Torrette)
Immediatamente a monte del terzo tornante, ben visibile,
si trova questa roccia ai cui piedi é posta l'entrata ormai semi-ostruita
della prima galleria di "Crete de Naie" che s'incontra salendo
(cioè quella posta più in basso): qualora
non la si riconoscesse "a vista", é sufficiente spostare un po' di terriccio dai
piedi della paretina per individuarne così la "volta" ed eventualmente
entrare).
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All'origine si trattava di tre sotterranei, il più
in alto dei quali é oggi assolutamente inagibile essendone crollato
l'ingresso; d'altronde lo stesso Nicolis de
Robilant, promotore di
questo cantiere, menzionava già allora la fragilità delle rocce
nelle quali s'inoltravano queste gallerie, tant'é che in alcuni punti
di queste fece costruire dei muretti a secco che aiutassero il
sostenimento della struttura parietale della miniera. |
| Itinerario.
Proseguire in macchina oltre Challand Saint Anselme, per la strada
principale : dopo un paio di chilometri si oltrepasserà il villaggio
Maé, subito dopo al quale si noterà sulla sinistra un campeggio
(camping costituito quasi esclusivamente da roulottes e
prefabbricati). L'edificio a lato del camping, ora proprietà
della
Sacra Famiglia, conteneva una volta l'impianto di frantumazione,
amalgamazione e cianurazione delle Miniere "recenti" di
Bechaz e Fenilliaz e fu costruito nel
1902. Tra il campeggio e questa costruzione inizia la mulattiera che,
attraversando la stradina orizzontale di un canale, porta al
Giacimento di Bechaz. Ai piedi della roccia adiacente al terzo tornante
(come da foto, ingresso semi-ostruito dal terriccio disceso dall'alto, ma ancora
accessibile) e poi immediatamente a valle del sesto tornante di questo
sentiero, sono poste le due
gallerie visitabili.
In pratica questo é il primo tratto del "percorso guidato
n°3". |
| Mineralizzazione : La cosa é forse un po'
controversa, perché il minerale prevalente é costituito dalla
Calcopirite, motivo per cui é probabile che i lavori
"antichi" si siano concentrati sull'estrazione del Rame: al
tempo stesso risulterebbe una concessione di fine 1800 per Galena
argentifera data a due "locali". Infine, per complicare
ancora un pochino le cose, quando in tempi recenti Annick Richard fece
le varie analisi e ricerche per preparare la propria tesi di laurea,
riconobbe nel filone una (seppur minuta) pagliuzza d'Oro
nativo. |
| Un suggerimento . E' meglio indossare un paio di
stivali (il percorso di avvicinamento é veramente breve) perché entrambi i
sotterranei presentano spesso dell'acqua nel primo tratto di
camminamento. |
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