L'argomento
Miniere d'Herin è stato realizzato in stretta compartecipazione tra
"Aisna" e
l'autore del Sito, mentre le descrizioni di gita "laterali" le ho
preparate da solo o con terzi. |
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Per
arrivare al complesso minerario di Herin, una volta giunti a Verres (omonimo
casello di uscita sull'autostrada Ivrea-Aosta) e superato il paese
mantenendo la direzione per Aosta, dopo poco più di un km. occorre
prendere la deviazione a sinistra per Champdepraz ed il Parco Naturale
del Monte Avic. Una volta oltrepassato il borgo di Fabbrica ed il paese
stesso di Champdepraz, continuare per la stessa strada che si inerpica
ora in quota tra continui tornanti. Si giunge così ad un largo curvone/tornante
dove sulla destra si può notare una stradina asfaltata recante
l'indicazione "Crestaz, Cugnon, Losson ed HERIN", il cui
accesso in autovettura é vietato ai non residenti.
Per chi non volesse rischiare una possibile contravvenzione e godersi
una piacevole gita tra la ricca vegetazione (anche se ora la strada
asfaltata deturpa parte del fascino), si può lasciare l'auto nei pressi di
detto bivio e proseguire a piedi per circa un'ora: tanto dista l'inizio
della stradina dal borgo di Crestaz, località quest'ultima da cui è già ben visibile il
complesso minerario (come da foto in alto).
Da qui si prospettano due alternative:
1) Proseguire sulla strada finora percorsa raggiungendo Herin con altri
45 min. 2)Passare dietro la chiesetta che ci accoglie sulla sinistra del
nostro percorso e intraprendere un facile sentiero tra faggi e castagni
che in circa 30 minuti ci porta ugualmente nei pressi del borgo di HERIN
e a 15 minuti dalla nostra meta,raggiungibile con un sentierino ben
tracciato e facilmente praticabile.
Il complesso minerario è imponente e suggestivo, i fabbricati per il
ricovero dei
minatori (foto) e le varie attività minerarie sono ancora in discreto
stato conservativo (attenzione e cautela sono sempre d'obbligo quando ci
si avvicina o si entra nei fabbricati). Dietro i caseggiati si nota, oltre ad un
piazzale con resti di materiale piritoso sparso in ogni dove, l'impianto
di partenza della teleferica (foto a pié pagina) atta a
discendere il minerale sino alla laveria.
Per quanto riguarda le sue varie gallerie, esse sono raggiungibili salendo in
quota tramite il sentiero posto sul retro dei caseggiati che ho già citati ed
il quale risale il pendio boscoso indirizzandosi verso la cresta del
monte.
Inutile dire dello stupendo colpo d'occhio che si vede dal piazzale o
nelle sue immediate vicinanze: siamo di fronte a varie vette (Barbeston
ecc.) che delimitano e coronano
il confine occidentale del Monte Avic.
Questa vastissima miniera é geologicamente situata nello stessa
tipologia delle rocce granatifere che caratterizzano la più nota e non
lontana zona di "Bellecombe" (posta quest'ultima di fronte a
Saint Vincent) e venne coltivata essenzialmente per il rame ricavabile
dalla sua abbondante calcopirite.
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In
questa foto scattata sul posto, cioè "nell'alto" di dove risiede il
giacimento, c'è la partenza della vecchia teleferica, la quale è qui
purtroppo poco distinguibile a causa di un alberello (vedi
altre foto di questa teleferica): essa conduceva agli stabilimenti
situati a fondovalle, tutto il materiale estratto utile da trattare. In
fondo e al sole si scorge, tra la foschia, sia parte del paese di Verrès
sia la Dora Baltea, che segue fedelmente tutta la piana
della Val d'Aosta.
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