Andrea Mathis
mi ha inviato questa sua descrizione di gita e lo ringrazio
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La nostra seconda
tappa è stata la galleria del Linajuolo
o Linaiolo (foto a lato) che prende il nome dal monte omonimo.
E' in pratica la miniera principale ed è la terza di livello rispetto
alle sottostanti Sadowa (rispetto all’abitato
45 mt. più in alto e 500 metri a Sud Est con estens. NO - SE), e la Provvidenza,
(20 metri sopra la precedente, cioè tra le due, con estensione
in direzione Nord Ovest Sud Est. |
Ingresso della
gall. del
Linajuolo (foto Mathis) |
Altre
gallerie prendono invece |
il
nome di Sud Ovest e Genova.
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Qui, sin da epoca romana,
venivano estratte la pirite marziale (pirite
cuprifera) e l’oro.
Numerose concrezioni di coloratissima malachite percorrono ampi tratti
rocciosi del suo interno che, a differenza delle altre gallerie,
presenta diverse diramazioni interrotte sul principio con dei depositi
di materiale di riporto. Su alcuni soffitti e parte delle pareti si
possono ammirare graziose cristallizzazioni prismatiche di gesso. La
malachite è testimone eloquente dell’abbondante presenza di rame,
assai ricercato in ogni epoca e che oggi, con il rincaro vertiginoso che
ha subito questo prezioso metallo, potrebbe portare persino ad una
riapertura della miniera (considerato anche che alcuni rilevamenti
effettuati negli anni ’70 dalla Società Montecatini convinsero i
geologi che le risorse cuprifere del giacimento fossero tutt’altro che
esaurite e che, con mezzi moderni di estrazione, nuovi interventi
potrebbero essere anche meno rischiosi). Ovviamente un’operazione di
questa natura non è affatto auspicabile in quanto comprometterebbe non
poco il paesaggio e l’eco sistema di questi luoghi. |
Entrando
nella galleria ci si trova di fronte ad una parete che mostra vari segni
della trasformazione degli ossidi di rame presentando striature di
malachite e rocce tipiche delle miniere di questo metallo. La brusca e
quasi immediata interruzione del percorso evidenzia che l’ingresso al
dedalo dei tunnel sia stato volutamente ostruito quando la miniera venne
infine dichiarata |
esaurita;
sulla destra ci si cala in un angusto vano secondario che porta a due
diramazioni,anch’esse interrotte, mentre nella galleria di sinistra,
pure sigillata, si possono ancora intravedere in un angolo a destra del
cunicolo le palificazioni di castagno (ottimamente conservate)
installate dai minatori come “campanello di allarme” per eventuali
cedimenti (si usava dire che se il
legno canta si deve scappare in fretta, ed a tale scopo venivano
impiegati pali di castagno o di pino per la loro caratteristica fibrosità
che li rende scricchiolanti quando soggetti a forte pressione). La foto
qui sopra (pr. Mathis) mostra incrostazioni
di Malachite
negli interni. |
L’occlusione dei
cunicoli è stata operata senza dubbio per non rendere accessibile la
miniera, piena di pozzi e diramazioni labirintiche, a visitatori
inesperti che vi avrebbero potuto trovare anche la morte e a tale
scopo ritengo siano stati usati pietrame e terra di riporto poiché non
ho notato segni riconducibili a demolizioni da mina: anche le pareti ed
i soffitti non presentano traccia di crolli o cedimenti. E’ anche
possibile che la società concessionaria della miniera avesse voluto
chiudere il sito in maniera non definitiva nella eventuale ipotesi di
una futura riapertura. |
Generalmente,
si ignora che una miniera possa rappresentare altri pericoli al di la
dello smarrimento o di possibili crolli, mentre vi è il serio rischio
di scivolare lungo un pozzo di comunicazione tra livelli. I pozzi
verticali, che si aprivano per mettere in comunicazione i vari livelli e
per arieggiare gli ambienti, potrebbero facilmente trasformarsi, per gli
inesperti, in trabocchetti mortali. Esistono miniere (come quella di Gambatesa) che hanno pozzi di 30, 40 e 70 metri di altezza e cunicoli
che si estendono per ben 25 chilometri!!! Oppure miniere come quella di
Libiola che, oltre al rischio continuo di crolli, presentano una
distribuzione irregolare delle gallerie, tanto da renderla simile ad una
gigantesca ragnatela - (N.d.r.). |
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Poiché
l’esatta ubicazione delle gallerie, come già accennato, non è nota a
tutti, è stato soltanto grazie al prezioso intervento del già citato
Alessandro Barbieri che siamo riusciti a raggiungere ed a fotografare
sia questa galleria che l’ultima della nostra giornata di
esplorazioni, denominata del francese, altrimenti
assolutamente introvabili (specialmente quella del francese) perché
carenti della pur minima segnalazione. |
Concludendo, la galleria
del Linajuolo è in sostanza, al
momento, la miniera più interessante da me visitata. |
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