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Praborna ric. scolastica

 

 

pubblicazione di Miniere d'Oro(2003) web.tiscali.it/minieredoro(2004) www.minieredoro(2006 / 2023)

 

 

QUESTA PAGINA E' UN POSTO ALTERNATIVO PER LA RICERCA DELL'OROQuello che segue é un estratto della Ricerca Scolastica (qui rivisitata e riordinata per mantenere i parametri estetici ed informativi del Sito) realizzata nel 2004 dalla classe II A dell'Istituto Manzetti di Aosta (ragioneria), i quali interessati mi resero gentilmente disponibile detto materiale per l'esclusivo utilizzo nell'ambito di questo Sito. Tutti i testi e le fotografie presenti nelle pagine di questa sezione sono dunque realmente di proprietà dell'ISITCG di Aosta e di tutte le persone che contribuirono a detto impegno (i loro nomi sono citati nella prima pagina della ricerca scolastica).

 

La miniera di Praborna è situata alla base del versante sinistro della Valle di St. Marcel, a circa 1900 metri. Conosciuta nei secoli XVII e XVIII coi nomi di "montagna di Revers" e di "Barmaz - La Balme" e di "Bras Borgne - Praborna", venne designata nella bibliografia geologico-mineralogica dei secoli successivi come miniera di Praborna o, più raramente, di Pralorgnan. Questo giacimento è famoso per le sue caratteristiche geologiche, mineralogiche e minerarie. La miniera è Situata nel vallone di Saint Marcel e presenta importanza sia scientifica che tecnica. Nota in tutto il mondo per i suoi singolari e caratteristici minerali, forniva un prodotto che pare fosse tra i migliori d'Europa e cioè la Braunite, il cui mercato di maggior consumo era rivolto a Venezia (vetrerie di Murano) e alla Francia meridionale già dalla metà del 1500 . Il prodotto ottenuto si dice costituisse una notevole fonte di guadagno. Oltre al minerale che per l'Italia ebbe un certo interesse economico, il giacimento è caratterizzato dalla presenza di numerosissimi altri minerali di manganese: per alcuni di questi Praborna rappresenta la località tipo e molti altri si presentano talvolta con caratteristiche tali da risultare assai interessanti per i collezionisti. 

DUE RIGHE DI STORIA:  Originariamente i coltivatori sfruttarono solamente in superficie la massa mineralizzata: questa si presentava come un grosso "rognone" potente 5-8 metri e  affiorante su di un fronte di 12 metri alla q. 1910 circa. In seguito la seguirono internamente fino a q. 1880, con coltivazioni di discenderia a partire dall'affioramento superficiale e tramite due ribassi eseguiti posteriormente ed attualmente frananti. Oltre a questi scavi vi sono trascurabili lavori di ricerca tra i quali una breve discenderia all'incirca alla stessa quota dell'imbocco superiore e scavata in minerale ricco di rodonite.

Data in pegno da Renato di Challant al Capitano Madruzzo per il pagamento di un riscatto da lui dovuto al Cossé de Brissac, il giacimento fu svincolato nel 1568 con la cessione delle Baronie di Chatillon, di Saint Marcel e la Signoria di Ussel, rientrando così nuovamente nel possesso della Contea di Challant e della Baronia di Aymavilles. La proprietà della miniera era già oggetto di lite fra gli Challant e i Perrone di San Martino, ai quali il giacimento era stato ceduto in compenso di diversi crediti. La lite parve risolta nel 1614, ma si rinnovò nel 1621, nel 1632 e 1640 e tutte le volte i Challant tentarono di rientrare in possesso della miniera in questione; la lite si trascinò così fino al 1671, quando la miniera ritornò nelle mani della famiglia Challant che la sfruttarono personalmente per circa 80 anni vendendone il minerale ricavato a Ivrea o alle fabbriche di Chatillon. Nel 1752 la miniera fu data in affitto per quattro anni all'avv. Divise di Aosta. Nel 1792 il geologo naturalista De Bassure visitò la miniera ancora in piena coltivazione. Il giacimento, secondo i suoi studi, si presentava come un grande ammasso interstratificato nello gneiss. Nel 1835 il BARELLI lo descrive però già in decadenza, ma esso tornò comunque ad un momento di splendore tra il 1870 ed il 1880, decennio in cui i prezzi di manganese erano alti ed il minerale stesso contemporaneamente assai richiesto. L'ultima sua produzione fu di 120 tonnellate di minerale nel 1881. Dopo alcuni anni di abbandono alcune sue parti furono invase dall' acqua ed una società belga, che ne divenne proprietaria, fece eseguire una galleria di ribasso per far defluire l'acqua e poter così riprenderne lo sfruttamento, ma nel ventesimo secolo vi fu un altro periodo di abbandono. Infine, si ebbero tentativi di ripresa  dopo la fine della prima guerra mondiale, quando si eseguirono appunto alcuni lavori di ricerca e una galleria di ribasso per liberare ancora una volta la miniera dalle acque e poter proseguire lo sfruttamento del suo minerale. 

 

 

MINERALIZZAZIONE: sono numerosissimi i minerali rinvenuti a Praborna e studiati sin dall'inizio dal secolo scorso: eccone alcuni.

 

ALBITE: masse compatte e rari cristallini isomorfi.

 

ALURGITE: mica a base di manganese e alluminio , di colore rosa o rosso-brunastro; si presenta in laminette che talora misurano anche qualche cm di lato.

 

BRAUNITE: massiccia granulare o in cristalli grigio-nerastri, con lucentezza metallica e diametro fino a 7 cm. Nel passato veniva chiamata con il nome di marcellina una presunta varietà ferrifera di braunite.

 

CALCITE: in masserelle spatiche o talora in cristallini. Analisi recenti hanno accertato la presenza di calcite con al nucleo aragonite.

 

CLORITE: lamette verdi riferibili alla kammerite, associate ad oro nativo.

 

EMATITE: lamine grigie metalliche e cristalli laminari. è presente pure nella varietà titanifera.

 

GRANATI: Spessartite, che si presenta in masse cristalline gialle, giallo-arancio o rossastre, e più raramente in cristalli rombododecaedrici con dimensioni fino al cm.  Uvarovite associata a masse lamellari di ematite e a quarzo, si riconosce per i sui fitti aggregati di piccoli cristalli verdi.

 

MANGANITE: rara, si trova presente in aggregati raggiati di cristalli neri  e lucenti.

 

ORO: in cristalli allo stato nativo fino a un mm e associati ad uvarovite e kammererite

 

PIEMONTITE: cristalli aciculari o prismatici bruno-rossastri, anche centimetrici.

 

QUARZO: rappresenta il minerale principale della mineralizzazione manganesifera. È presente talora in cristallini millimetrici.

 

RODONITE ROMEITE: Raro minerale, di colore giallo-miele, giallo-giacinto.

 

TALCO: aggregati lamellari biancastri.

 

TITANITE: cristalli verdognoli associati ad oro nativo, uvarovite , kammererite.

 

VIOLANO: minerale di colore viola intenso,spesso in forma granulare  o fibrosa,  più raramente sotto forma di cristalli prismatici (vedine un esempio). Era un tempo utilizzato in gioielleria, ora data la sua rarità non più. Se ne possono ancora trovare, con la dovuta fortuna, frammenti significativi anche cercando semplicemente nella stessa discarica esterna.

 

 

...oppure vedi questo argomento trattato scientificamente.

 

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