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Vasta
ed accurata descrizione
di gita preparata per questo mio Sito da Paolo, Luca
ed Elena (The Diggers'seltz). |
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Elena Seregni
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Luglio 2008,
Elena Luca e Paolo alle miniere di Servette, val d'Aosta, in una giornata parzialmente ventosa e molto
nuvolosa: <<...
Parcheggiata la macchina nei pressi dell’area di picnic di Les Druges
(se vuoi vedine descrizione
in altro sito) ci incamminiamo lungo la mulattiera n°16 per Servette
con un occhio al cielo che si fa sempre più minaccioso. Dopo circa 15
minuti di cammino, trovati sulla sinistra i cartelli che indicano il
sentiero, lasciamo
la mulattiera e procediamo seguendo le indicazioni descritte da Zappetta
Gialla (itinerario 2). Poco dopo giungiamo ai ruderi della
fonderia Treves dove svetta bellissima la torre
in pietra del camino; poi,
incontrata la discarica delle scorie, il sentiero svolta sulla sinistra,
diviene più
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ripido e, contemporaneamente, iniziano a cadere le prime
gocce. Dopo alcuni minuti la pioggia si fa fittissima e ci costringe ad
allungare faticosamente il passo nella speranza di trovare presto
rifugio nella zona mineraria. Troviamo una biforcazione: il sentiero
superiore porta alla sommità del cantiere Servette, quello inferiore,
che noi seguiamo, dopo aver superato i cavi della vecchia teleferica, ci
conduce rapidamente nella zona centrale del sito dove troviamo riparo
sotto un costolone roccioso nei pressi dei primi edifici (dalla partenza
saranno trascorsi circa 40 minuti). Indossiamo le nostre tute bianche e
i caschi mentre spiove. Percorriamo poi un sentierino in discesa che,
dopo aver costeggiato un edificio posto a valle del sentiero di accesso,
svolta a mezzacosta sulla sinistra, attraversa pericolosamente (c’è
un bello strapiombo sotto di noi!) una discarica e giunge prima al
livello 1777 (galleria brevissima e di poco interesse) per proseguire
infine sino al livello 1775 dove si aprono due scavi affiancati. Tutti e
due sono bassi e poco profondi: in quello di destra, più interessante,
si possono vedere i resti di alcuni attrezzi e un misterioso abbozzo di
taglio circolare effettuato su una porzione di roccia della parete
laterale. Tornati indietro, seguiamo questo tracciato in diagonale verso
destra fino a ritrovare i cavi della teleferica che seguiamo in discesa
(fuori sentiero) fino a raggiungere due meravigliosi tralicci in legno
con ai lati due piani di appoggio per il carico dei materiali di scavo.
Gli scheletri della stuttura e i cavi rugginosi si stagliano contro il
cielo grigio guardando imponenti verso valle il bosco in cui si nasconde
la zona mineraria delle Acque Verdi. Poco più avanti, sulla sinistra si
trova il piazzale del livello 1759 da cui si gode di una bellissima
vista.
Scavalcato ciò che resta del muro a secco eretto all’ingresso
del livello ci troviamo in un ampio stanzone: sulla destra una piccola
camera con i resti sulla parete di un altro taglio circolare come quello
descritto al livello 1775; di fronte a noi il corridoio principale che
ha sue diramazioni e presenta piacevoli piccole concrezioni verdi e
azzurre sulle pareti e sul soffitto; sul fianco di sinistra ancora
due “ruote” in pietra delle quali una trafitta da un palo di ferro (cerchiamo spiegazioni in proposito!),
e lì sotto si apre un buco che scende diagonalmente. Una strisciatina
e ci infiliamo: si apre uno scavo corto ma agevole anche se non troppo
ampio. Sembra di aver fatto fatica per nulla ma, percorsi alcuni metri,
alla luce delle nostre torce appaiono incredibili colate
verdi, azzurre,
bianche, nere, ocra: a noi pare quasi un mondo fatato, sicuramente una
gioia per le nostre macchine fotografiche! Tornati all’esterno
raggiungiamo, camminando sulla discarica, la sottostante costruzione
recintata della polveriera principale che come la secondaria (poco più
in basso sulla sinistra), è avvolta in una gabbia di Faraday. Subito dietro
la polveriera si dovrebbe aprire la galleria del livello 1750 che troviamo
sbarrata da una rigida recinzione metallica che dà l'impressione di essere recentissima: attraverso le maglie ci rendiamo conto
che l’interno deve essere tutto allagato, quindi risaliamo fino al sentiero
principale che ripercorriamo in discesa
e, giunti al bivio già citato
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(Puoi
ingrandirmi) |
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precedentemente, saliamo verso sinistra fino a raggiungere la sommità del
complesso minerario. Sulla sinistra uno stretto e lungo piazzale porta
alla partenza della teleferica; di fronte a noi, invece, parte il
sentiero 18 per Plan Ruè e Crotey e nelle vicinanze si apre il livello
1815. Riprende a piovere intensamente e ci ripariamo all’ingresso
della galleria che purtroppo è anch’essa sbarrata per frane e
allagamenti. Qui, in teoria, si potrebbe anche riuscire ad entrare
sfruttando un piccolo crollo che ha aperto un passaggio sopra la volta
della galleria a non più di 2-3 metri dall’ingresso effettivo, ma
delle grandi spaccature presenti sulle rocce circostanti, facendo
presagire la possibilità di ulteriori crolli che possono ritappare in
qualsiasi momento il varco aperto, ne sconsigliano l’accesso: il
rischio di fare la fine del topo è troppo elevata! Calmatasi un po’
la pioggia scendiamo sulla sinistra e ci veniamo a trovare su una strada
sbarrata da un palo con cartello di pericolo e accesso vietato: poco più
in là infatti una frana ha distrutto il resto della mulattiera rendendo
apparentemente inaccessibili i livelli 1814 e 1816 (peraltro, ovviamente,
non sappiamo se non siano stati già precedentemente chiusi per
allagamenti o crolli). Un vero peccato poiché le gallerie in oggetto
dovevano essere tra le più interessanti. Non è detto comunque che non
si possa riuscire a raggiungerle passando da sopra o da sotto ma le
condizioni del tempo che rendevano particolarmente scivoloso il terreno
ci hanno consigliato di rimandare ad un’altra occasione questa
indagine. Scendendo ulteriormente lungo il sentiero a valle della strada
interrotta, dopo aver costeggiato, tenendolo a sinistra, un edificio, si
giunge dopo un breve percorso all’ accesso del livello 1789,
anch’esso irrimediabilmente sbarrato. Il posto è fantastico:
attraverso le griglie si vede un pezzo di parete della galleria di un
incredibile verde smeraldo; il fondo è completamente allagato e ne esce
un torrente di limonite che scende impetuoso verso valle col suo giallo
intenso che si incunea lungo il ripido e terroso fianco della montagna.
Bellissimo! Proseguendo si arriva poco più avanti al livello 1792
(posto in alto rispetto al percorso) caratterizzato da una bassa
apertura (non sbarrata) completamente allagata da cui esce un rivolo di
acqua e limonite. Un piccolo attraversamento in diagonale e ci troviamo
su una mulattiera che scende verso valle. Dopo un po’ di discesa ci si
immette nella strada che avevamo abbandonato all’inizio della gita: a
sinistra si può proseguire verso Praborna e la diramazione per
Chuc, a
destra, dove ci dirigiamo, si ritorna verso l’area di picnic
costeggiando da sotto tutta la zona mineraria.
Giunti
all’incrocio coi cavi della teleferica prendiamo tracce di sentiero in
salita che ci portano rapidamente al livello 1725 (il 1716 che dovrebbe
essere nelle vicinanze, non siamo riusciti a individuarlo: forse è stato
coperto da franamenti della discarica soprastante). L’accesso è
seminascosto da un grosso masso che gli è crollato davanti ma, anche se
a fatica, si riesce a entrare. All’interno si aprono tre gallerie
parzialmente allagate: quella di destra e quella di sinistra terminano
subito, mentre quella centrale è lunga, interessante e piena di colori.
A pavimento si trovano ancora molte traversine con tanto di chiodi
mentre mancano totalmente anche solo tracce di rotaie (probabilmente è
stato recuperato il ferro). Quando usciamo è apparso il sole, quello
del tramonto. Si è fatto tardi, ma con una mezzora abbondante di comodo
cammino lungo la mulattiera siamo alla macchina. Ci restano un po’ di
gallerie da vedere e alcuni edifici da visitare: torneremo >>.
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VEDI SU
QUESTO POSTO LA RICERCA SCOL. DELL'ISTITUTO MANZETTI. |
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