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Finché l'interno della Terra sarà fuso ci saranno
vulcani attivi (nella foto, l'Etna): questi si presentano nelle tipologie sotto descritte:
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1) Vulcani con
coni cineretici. Solitamente piccoli, le loro eruzioni a
carattere esplosivo emettono frammenti rocciosi che vanno poi a ridepositarsi
formando i loro stessi fianchi.
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2) Vulcani fissurali. Costituiscono
(fanno parte di) un lungo sistema di rilievi
sequenziali che circondano per così dire la Terra nell' ambito
territoriale delle sua fascia geologicamente definita medio/oceanica. Si
tratta del tipo di vulcano più frequente alle eruzioni, ma considerando
che buona parte di essi sono posizionati "in fondo" al mare,
detti numerosissimi eventi passano per lo più inosservati.
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3) Vulcani a scudo.
Ai nostri occhi questi ci si presentano come grandi coni sostanzialmente
di basalto, dalle pareti poco inclinate e si trovano in corrispondenza
dei punti caldi del mantello della crosta terrestre. Raramente sono del
tipo esplosivo come i già visti "fissurali", bensì fanno
uscire suggestivi fiumi rossi di lava che lentamente scendono verso
valle, giorno dopo giorno, e che ad un minimo di distanza possono essere
osservati tranquillamente senza alcun rischio per la sicurezza.
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4) Vulcani
composti. Questi vulcani si ergono dal fondo marino fuso e dai sedimenti
che vengono in continuazione spinti sotto la crosta continentale:
sono vulcani composti tutti i grossi, classici vulcani del mondo
caratterizzati da pareti scoscese quale ad es. il Fuji. Generalmente
tranquilli, talvolta però esplodono e lo fanno con forte violenza a
causa dei vapori ed altri elementi volatili intrappolati nella sua lava
viscosa.
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LE ERUZIONI
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Le eruzioni vulcaniche prendono il nome (tipo) dal
vulcano che esemplifica quel dato modello di vulcano e sono
classificate secondo un ordine progressivo di violenza: iniziando
appunto dalla tipologia più pacata, le eruzioni hawaiane ad
esempio sono caratterizzate dall' emissione di lava basaltica tranquilla
e fluida, mentre le stromboniane presentano una lava leggermente
più densa con piccole e frequenti esplosioni che liberano i gas
trattenuti. Ci sono poi le vulcaniane, dove le esplosioni sono
meno frequenti ma più violente e si verificano quando i gas escono da
sotto una crosta di lava che tende a solidificare, e le vesuviane
e pliniane che si manifestano con violente esplosioni
(esemplificate infatti dalle eruzioni cicliche del Vesuvio, da cui
prendono il nome): queste ultime, che nel caso del Vesuvio hanno cadenza
cinquantennale, ripuliscono con lo loro veemenza i propri condotti e
sono solitamente seguite da altre manifestazioni meno violente. Il tipo
di eruzione più distruttivo è infine quello denominato peléeano:
questa provoca violente esplosioni che generano a loro volta valanghe
incandescenti, "nebbie di fumi ardenti" costituite da
goccioline di magma che scorrono lungo il fianco della montagna
distruggendo tutto ciò che incontrano.
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Da un paragrafo di Rocce e Fossili, di R.
Coenraads
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