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Grande Guillate, Gran Ghiliata, Gran Guata, Esperance.
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Penso
che la Grande Guillate, situata nel bosco a monte della fascia rocciosa
che gli abitanti locali chiamano "Beria Pian" ed evidenziata
nella foto, possa esser considerata come un piccolo giacimento a sé
stante, perché costituito da un pozzo principale e da alcune altre
gallerie poste nelle immediate vicinanze le quali si interessano
peculiarmente anch'esse allo stesso filone. Non si hanno molte notizie
storiche su questi lavori, però si sa che il pozzo omonimo, punto focale
di questo antico distretto minerario, era già presente (foto a
seguire)
alla venuta di Robilant,
e che quest'ultimo lo
portò alla profondità attuale e costruì nelle vicinanze una baracca
per i minatori. Si sa inoltre che a quei tempi non era ancora stato
scavato il ribasso denominato Esperance, il quale compare forse per la
prima volta su di una piantina del 1902. Il percorso di accesso a questo
giacimento inizia dal superiore dei due canali che attraversano
orizzontalmente i prati posti sopra Challand Saint Anselme e la sua
localizzazione è prospettivamente sulla verticale delle ultime case
del paese. Il sentiero sarà dopo pochi minuti caratterizzato da un
ripido rettilineo con singolare pavimentazione lastricata, oltre la
quale piegherà a sinistra entrando nel bosco. Da qui si proseguirà
ancora, incontrando un primo tornante sinistrorso e susseguente
destrorso. Poco dopo quest'ultimo si giungerà finalmente (20/30
minuti dall'inizio) al filone di quarzo interessato che in questo
punto attraversa letteralmente (quindi assai visibilmente) il
sentiero. |
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Cose
antiche |
1) Se qui lo si abbandona per proseguire con una leggera discesa
diagonale, anzi quasi in piano e per una cinquantina di metri, si arriva
in un canalino con detriti minerari e che mostra venti metri più in alto
una grossa vena quarzosa alla cui immediata sin.
c'è l'ingresso
della Borna d'Oreno (in alcuni antichi libri viene |
denominata
"Rainò"); la galleria é lunga
una trentina di metri, con due pozzetti, il primo dei quali aggirabile
mentre per oltrepassare il secondo si procede con un piede per parte.
Questo sotterraneo era già presente da ancor prima di Nicolis de
Robilant, il quale ne proseguì i lavori. 2)
Tornando al sentiero e proseguendo sino al suo prossimo tornante
sinistrorso, esattamente sulla verticale di detta virata, se in questo
preciso punto si scende tra le piante, dapprima agevolmente per poi
dover però aggirare sulla sin. la roccia su cui ci troveremo al colmo,
ai piedi di essa c'è l'entrata del lungo ribasso "Esperance",
che porta sul fondo del pozzo della "Gran Guata". Dallo stesso
punto del sentiero, o meglio una cinquantina di metri prima, questa
volta lasciandolo per salire anziché per scendere, si arriva ad una
roccia presso la quale é situato l'ingresso del fornello (oggigiorno
ostruito e riconoscibile solamente da un paio di muretti che affiorano
dal terreno) che sfociava sempre nello stesso nel pozzo, ma ad una quota
intermedia. A sinistra di questo ingresso e leggermente più in basso
c'é inoltre una galleria di una trentina di metri: quest'ultima è
quasi sempre con molta acqua, ma agibile nei periodi di particolare
siccità.
3) Se infine
proseguiamo ancora per alcuni minuti lungo il sentiero (circa 30 o 40 minuti dal suo inizio complessivo) si arriva al "pozzo
della Gran Guata" (foto qui sopra), punto chiave di questo antico giacimento, profondo una trentina di metri e
posto proprio adiacentemente al camminamento che si sta seguendo. Da
lì, in poche decine di metri si perverrà al "quadrivio" che
permette di scegliere se proseguire ancora con direttiva al Giacimento
di Bechaz, o virare a sinistra per il villaggio di Arbaz, oppure a
destra, in questo caso in discesa, per raggiungere la strada princip.
della vallata presso il campeggio che si trova in
località Maé, cioè tra Challand Saint Anselme ed Arcesaz.
P.S.
Ho cercato di essere molto attento nel
"rinnovare" ed aggiornare la descrizione di questo antico
giacimento perché esso costituisce, a mio avviso, un preciso esempio
delle miniere che per vari motivi finiranno nel tempo col cadere
nell'oblio, oltre alla materiale impossibilità "fisica"
di rintracciarli.
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